giovedì 19 luglio 2012

Solitudine e abbandono

Ho sempre trovato nella solitudine qualcosa di confortante.
Sappiamo tutti che l'essere umano è un animale sociale, portato a cercare la compagnia di altre persone ed interagire con altri esseri viventi.
Io tendo ad interagire con i miei gatti. Spesso fino allo sfinimento.
Il loro.
Abbiamo intorno parenti, amici, colleghi di lavoro. Il nostro partner.
Ma a volte cerchiamo un po' di solitudine, un po' di silenzio. Animale sociale, sì, ma a volte il sociale stressa, specie in una realtà in cui non stiamo mai soli. Mai.
A volte piacerebbe poter pensare da soli. Perchè ormai è tale l'abitudine ad essere insieme agli altri che spesso ci sentiamo comunque in due; il che, in molti casi, dopo un po' porta ad un'insana dicotomia, ma sorvoliamo....
Quando ti senti veramente solo?! Di notte.
Eh, ma sei fissata!
Eh, lo so, sono fissata, ma quando hai passato tanto tempo al pc, specie da ragazza, specie la notte quando avevi sonno 0 e volevi chiacchierare con i tuoi amici, ti sembra quasi che la notte sia l'unico momento in cui il mondo è tuo.
E ad ogni modo io le mie notti insonni non le ho passate sempre al pc. Anzi, a me piaceva stare sveglia in camera e leggere tipo fin verso le sei del mattino (con la luce se ne vanno i mostri si sa)  oppure mettermi in cucina sulla MIA sedia (in ogni casa ognuno ha la sua propria sedia e un suo proprio posto e ogni mio amico saprebbe dirvi quale era il mio) e guardare un film, bevendo caffè...che si sa, per dormire è l'ideale.
Ma che ci vuoi fare, lo sapete, in casa mia......
Ad una certa ora si alzava mio babbo. Andava a lavoro. Più o meno l'ora era sempre quella.
A quell'ora partiva il rito.
La sveglia suonava, sentivo mio babbo alzarsi e andare in bagno e quindi mettevo su il caffè.
Lui arrivava, mi guardava " sei ancora sveglia?"....domanda assurda lo so, ma faceva parte del rito.
"ti ho fatto il caffè"
"grazie topina"
Beveva il caffè si andava a vestire. Prima di uscire mi prendeva il viso in una mano e mi diceva "ti voglio bene, dormi" e io gli dicevo "stai attento" "sì".
Il rito era finito.
Ecco. La cosa incredibile è che io, con mio padre mi sentivo talmente libera da sentirmi sola.
Sono stata sempre talmente a mio agio in sua presenza, talmente trasparente, che quando la notte era mia, era mia, e lo era anche con lui.
Mio padre era talmente "con" me, da essere anche lui parte della mia solitudine e credo non ci sia cosa più bella al mondo.
Vi confesso di non essermi mai più sentita così da quando se ne è andato. Mai più. Se qualcun altro è nella stanza, mi sento in due. Non c'è un momento in cui sono così libera da non percepire un'altra presenza.
Che strano vero?! Anche la presenza più piacevole, nel profondo, ci mette abbastanza a disagio da accorgerci che c'è e costringerci a relazionarci con essa. Se non a parole, quanto meno con i gesti, il comportamento "naturale" che abbiamo nel rispettare spazi invisibili ma presenti.
Pr questo la solitudine è così piacevole per me.
E' che io con la Marta sto benone.
Non mi prendono le paturnie, non mi sale l'angoscia, non sento il mio eco.
Perchè sono arrivata a conoscermi bene. A sopportarmi (e ce ne vuole, eh!).
Ad accettarmi.
Mica siamo come ci vorremmo eh?!
Non penserete mica che sia così?! Nononono.
Ma sarete sempre voi. Sarete il meglio, continuerete a tendere verso ciò che desiderate. E quando ci arriverete...beh, desidererete altro.
Ma non dovete pensare che accadrà per insoddisfazione, no. Sarà piuttosto un non bastarvi.
Direte: bene, sono arrivato dove volevo. E' stata una faticaccia, ma ne è valsa la pena!
Ti guardi intorno, in questo splendido mondo e ti viene spontaneo " ora cosa facciamo?!"
Si va avanti.
Perchè andare avanti è importante! E la solitudine solitamente mi porta a questo.
E' il momento in cui, scevra dal continuo ronzìo del mondo, riunisco le idee, faccio il punto, mi ascolto, e alla fine, fra un botta e risposta a volte anche stizzito, arrivo a qualche conclusione.
Oppure mi metto a scrivere. A disegnare.
La solitudine è altamente produttiva. Nessuno ti ascolta come ti ascolta te stessa. Parlate la stessa lingua, ma, soprattutto, in fondo a quella parte profonda dove nessuno di noi ha accesso (eccheppalle) ci sono le risposte.
Ora voglio dire qualcosa "Risposte: ma tirarvela meno eh? Eh? Che c'è gente lavora una vita per arrivare da voi, mentre potreste anche alzarvi e venirci incontro no?!"
Scusate ma a volte quando ci vuole ci vuole. Queste risposte si devono mettere in testa di non essere più degli altri...
Sì, sto divagando. Sai, la solitudine... :)
Ma non c'è solo l'amica solitudine.
Alla solitudine, all'improvviso, subdolo e malevolo, si insinua l'abbandono.
Ecco, l'abbandono non mi piace.
Per quanto anche il senso di abbandono abbia un suo perchè, un suo diritto di essere e anche, a volte, un risvolto positivo....ecco, io non è che ci vada volentieri a braccetto.
Il senso di abbandono è guidato dai ricordi che nascondiamo in una valigetta, ben riposta in un cassetto, ben celato in un armadio.
La mia valigetta io la immagino di quella stoffa un po' grezza, con gli angoli di pelle chiara e particolarmente rigida.
Me la immagino così perchè ne avevo una, quando ero bambina. Era la mia valigia da viaggio.
Ora non mi ci entrerebbe nemmeno il pigiama; ma, si sa, i bambini fino ad una certa età non hanno dimensione.
Cosa c'è nella valigetta?!
Foto. Discorsi, parole e voci. Perchè le voci sono importanti. Sono le prime ad arrugginirsi.
L'abbandono è di due tipi.
Quello fatto per scelta e quello fatto perchè non si ha nessuna scelta.
Il secondo è doloroso perchè intessuto della rabbia di non avere potuto fare niente e del senso di impotenza che ne deriva.
Il primo è intessuto della rabbia causata da un gesto di cattiveria, fatto con estrema leggerezza, come quando, con un gesto della mano, si allontana un'idea fastidiosa.
" Vorrei tre etti di prosciutto, grazie. Ah, sì, anche cancellare un'amicizia. Ma mi raccomando, fini le fettine eh?!"
Ecco qualcosa del genere.
Io il primo abbandono, lo scelto, non lo gestisco bene. Lo ammetto.
Perchè il pensiero che una persona con cui hai passato quasi metà della tua vita (metà!!!!) sia una scheggia impazzita che un giorno sparisce nel nulla e non lascia nemmeno la scia della sua voce....beh non solo mi da i brividi...ma mi fa soffrire da matti. Perchè all'inizio vuoi capire. Poi di capire non te ne importa più una mazza. Poi ti arrabbi. Poi arriva la botta.
L'amico Abbandono.
Cavolo c'è un vuoto. Quella si è portata via un pezzo della mia vita! Una particella della mia anima!
Oh!!! Ma non scherziamo. Non si fa così. Ma io sto male!
Ecco questo è l'abbandono scelto. E io non lo gestisco perchè penso che sia quello delle persone che hai sbagliato.
Sì, avete letto correttamente. Non sono sbagliate loro. Le hai sbagliate tu. Le hai credute quello che volevi crederle. O che ti volevano far credere, è uguale. E' anche colpa tua. Sei una pirla.
Sì, va bene....però mi girano lo stesso!!! ( e notare che non ho scritto cosa, tanto lo sapete tutti).
L'Abbandono perchè non si ha scelta...ecco, quello lo gestisco.
Fa più male, ma lo gestisco.
Perchè i ricordi che porta, sono dolci. Non hanno cattiveria, o rabbia. No. Sono carichi di sorrisi. Agrodolci, se vogliamo essere precisi, colmi di una mestizia da cui non possono prescindere.
Sono i ricordi di chi per te era il tuo mondo. O avrebbe potuto esserne una parte.
Io sono stata "abbandonata" da due persone molto importanti.
E vi assicuro che è strano, perchè quando mi mancano sorrido. E quando sorrido piango.
Ma piango felice....
OOOOK, no, non è dicotomìa! Abbiate un po' di sensibilità anche voi!
Va a capirla certa gente......
Sah, sarà che inizio ad essere stanca :)
Ad ogni modo, per intendersi, io darei oro per poter preparare nuovamente il caffè alle tre di notte e tornare ad avere un rito.
E darei oro per sentirmi svegliare al grido di "Maaartiiis"(sì perchè era Martis e Lauris, così) dalla donna più intransigente e più forte del mondo, ma che ti faceva sentire amata.
Mi piacerebbe davvero ascoltare discussioni intorno al tavolo e litigi per i condimenti.
Mi piacerebbe tanto ricevere una telefonata l'ultimo dell'anno. Ed era sempre la prima signori.
E questo è il senso dell'abbandono di chi non ha scelta.
Lo vorresti solo perchè lo hai avuto. E quando ci pensi è un po' come averlo di nuovo....
E piangi ma sei contenta perchè ora, in questo momento, io mi alzerò.
Mi girerò verso la cucina.
E, anche se non sono le tre, farò il caffè.
Mi metterò a sedere guardando fuori dalla finestra e dirò:
Ti voglio bene.
E mi sentirò sola e completa.

1 commento:

  1. La notte porta consiglio. Ma a volte porta anche coniglio.
    Io lo preferisco alla cacciatora.

    RispondiElimina